sabato 16 giugno 2012

Il prete di Trebbio

Nel video la voce dell'autore che racconta nel dialetto romagnolo di Poggio Berni.


Il prete di Trebbio
Quando i primi raggi accarezzano il campanile, l’angelino nella punta diventava rosa dalla contentezza e quel biondino sulla quarantina, uscendo dal portone della chiesa, si ferma nel sole a chiudere gli ultimi bottoni della veste nera lunga fino ai piedi.
Scende di corsa gli scalini ripidi del sagrato e, svelto come la polvere, entrava nella stalla, attacca al calesse la cavallina che, contenta come una pasqua di fare due passi, parte tutta allegra per andare a Santarcangelo al mercato.
«Vado nel casiiino!» urla, il venerdì mattina, il prete di Trebbio, alla perpetua affacciata alla finestra del secondo piano a guardare la nuvola di polvere, giù per la stradina bianca, allontanarsi sempre più.
Li vedo passare da casa mia, scivolano leggeri, sopra il colle del Poggio, nel blu slavato del cielo, la coda bianca di lei, le veste nera di lui. Poi, dalla “Mènga”, finito di scendere, la corsa si spegne e la cavallina, con un trotto più tranquillo, arriva a Santarcangelo.  Al mercato il prete fa due spese, una la mette davanti, sotto il seggiolino, l’altra la lascia dietro. Nel ritornare a casa passa dallo Stradone e, prima di attraversare l’Uso si ferma al “Baratàun” da la Jole, la moglie di Campana.
 È brutto Campana: un pennacchio di capelli neri tutti disordinati sopra una testa che pare fatta con l’accetta, due braccia lunghe fino ai ginocchi e due gambine secche che ballano dentro i pantaloni.
È “brutto e scemo” dicono allo Stradone ma, se lo guardi bene negli occhi, ti accorgi che scemo non è, brutto e furbo ma scemo no, lo da ad intendere perchè fa un mestiere, diciamo un po’ speciale, fa il ladro, è il ladro più bravo dello Stradone.
La Jole invece è bella, ma proprio bella, due occhi da gatta che incantano, la bocca da baciare e quella coda di capelli neri che non sta mai ferma... ”Come ha fatto a sposare uno sgorbio così lo sa solo lei” pensa il prete intanto che fa quei due scalini, perchè si incontrano proprio su per le scale quei due, il prete va su, il marito viene giù, si ferma al calesse, prende la seconda spesa e se la porta nella capanna.
«Ma cosa viene a fare il prete tutti i venerdì a casa tua?» gli domandano quegli uomini.
«Viene a confessare la Jole.»
«Ma intanto che la confessa tu vai via?»
«Ma non pretenderete che stia lì ad ascoltare i suoi peccati! » gli risponde Campana con faccia di bronzo.



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